L’ombra del vento

L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón.

Daniel cresce nella Barcellona degli anni ’40, ancora segnata dalla guerra appena terminata. Passando le sue giornate nella libreria gestita dal padre, da quando ha undici anni matura un forte interesse per la lettura. In particolare, è attirato da un libro poco conosciuto: l’edizione che il ragazzo si trova tra le mani sembra essere l’unica copia rimasta, mentre attorno alla storia dell’autore permane un alone di pericolo e mistero.

A mio parere, L’ombra del vento è un libro né da sottovalutare né da sopravvalutare. L’ambientazione mi ha attirato fin da subito perché è descritta bene, dettagliata e chiara, in più sono interessanti sia il luogo sia il tempo in cui accadono gli eventi. Invece la trama non ha catturato immediatamente la mia attenzione e per trovare la storia più coinvolgente ho dovuto aspettare che il protagonista crescesse.

Daniel è un ragazzo curioso e tranquillo, è uno degli elementi che più mi ha fatto di apprezzare questo libro. Infatti, il filo conduttore del romanzo è il mistero dell’autore Julian Carrax, ma ciò che mi ha fatto proseguire la lettura volentieri è il protagonista. Daniel mette tutto sé stesso nella ricerca, i suoi pensieri e le sue emozioni sono trasparenti e raccontati molto bene. Anche per questo la risoluzione del mistero non mi ha soddisfatto pienamente: l’ultima e la più sostanziosa parte della storia di Carrax viene spiegata in una lunga lettera. Non viene scoperta tramite avventure e indizi che coinvolgono Daniel e Beatrix in prima persona, come accade nel resto del libro. Inoltre mi aspettavo di più dall’autore misterioso, sia riguardo alla sua storia sia riguardo alla sua personalità. Al contrario, un personaggio che ho apprezzato molto è stato Fermin, spesso con il suo temperamento mi ha strappato un sorriso.

Quindi, il mio giudizio finale è positivo: ritengo che sia un libro molto piacevole da leggere, ma in fondo penso che per la sua fama, raggiunta così velocemente, forse mi sarei aspettata di più.

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