Romanzi storici

Quella casa in fondo alla pianura

Quella casa in fondo alla pianura di Davide Bernardin.

All’inizio del 1900 la schiavitù è già stata abolita, ma non tutti lo sanno. Una famiglia di schiavi che vive nelle campagne della Louisiana non ne è a conoscenza e lavora ancora in condizioni terribili, sfruttata e maltrattata, nella fattoria del suo proprietario. Dopo una gita in città e un’imprudenza del loro padrone, gli schiavi scoprono che per legge spetta loro la libertà, chiedono aiuto e in seguito vengono liberati. Come famiglia decidono di attribuirsi il cognome Freeman e iniziano i primi passi di una vita vera, ma non ancora libera da ingiustizie.

Lo scopo del racconto è mostrare la realtà sociale del ‘900, pienamente intrisa di razzismo. La storia della famiglia Freeman si ispira a una famiglia realmente esistita, perciò è ancora più incredibile: non è bastata la legislazione a mettere fine alla schiavitù. Anche i fatti di cronaca e alcuni avvenimenti del racconto sono accaduti realmente, mostrano come pensava la maggior parte della gente meno di un secolo fa e come il pensiero comune potesse venire influenzato dalle persone ai vertici.

Allo stesso tempo, il libro porta un messaggio di speranza: la tenacia dei Freeman nel costruirsi da zero una nuova vita viene appoggiata e sostenuta da altre persone. Sono poche rispetto all’intera società, ma ci sono: senza le persone che li hanno liberati, ospitati e protetti non sarebbero riusciti a far nulla. Per garantire una vita libera ai Freeman e ad altri nella loro situazione, c’è chi ha dovuto fare dei sacrifici e mettersi in pericolo. Sapere che ci sono prima sconosciuti, poi amici disposti a combattere al fianco dei più discriminati è un enorme messaggio di speranza anche per le battaglie attuali, che viviamo ai giorni nostri.

Un altro tema che mi ha coinvolto durante la lettura è il grande razzismo dell’epoca nei confronti degli italiani immigrati in America. Quando i Freeman stringono amicizia con una famiglia italiana, nel libro viene introdotto un nuovo punto di vista: dalle ingiustizie subite in America alla guerra e ai conflitti interni nella loro patria, per gli italiani è difficile avere una vita tranquilla. Penso che raccontare anche il loro punto di vista sia stata una bella idea, un’integrazione molto interessante e utile per capire meglio la nostra storia.

Lo sforzo ben riuscito nel raccontare la schiavitù e il razzismo ha sacrificato alcuni aspetti che ritengo importanti in un libro. Infatti, purtroppo non ho trovato il racconto molto avvincente: anche se la trama è ricca di eventi, i personaggi non sono ben caratterizzati e questo ha portato a uno scarso coinvolgimento durante la lettura. I membri della famiglia vengono raffigurati sia come famiglia sia come persone a sé stanti a cui capitano eventi personali, ma ognuno di loro sembra non avere grosse inflessioni caratteriali né possedere un modo unico di esprimere le proprie emozioni. Questo ha allungato il periodo impiegato per terminare il libro, ma non mi ha impedito di interessarmi alla lettura. Invece una cosa che non mi è piaciuta è stata la cruenta scena di stupro, a mio parere descritta troppo dettagliatamente senza motivo.

Secondo me il libro sarebbe stato impreziosito da un’editing più sostanzioso. Si sarebbero potute tagliare delle parti inutili nella descrizione degli eventi per rendere più snella la storia. Poi, non me ne intendo di impaginazione, ma è la prima volta che noto una così grande spaziatura tra i paragrafi, una specie di riga bianca che probabilmente ha aumentato di molto il numero di pagine. Per il resto il libro ha un’estetica molto bella, la copertina e la sinossi sono estremamente curate ed è provvisto anche di un segnalibro.

Noto molto impegno dietro la stesura di questo libro. E’ una lettura che mi ha permesso di conoscere più a fondo le dinamiche razziste di quell’epoca: viene raccontata la storia di un’unica famiglia, ma l’intento è quello di mostrare la realtà di molti. Per me è stato molto utile e interessante leggere questo romanzo storico e, sebbene abbia trovato qualcosa da ridire, lo consiglio. Ringrazio molto l’autore per avermi inviato la copia del libro.

Disponibile su Amazon: Quella casa in fondo alla pianura

2 pensieri riguardo “Quella casa in fondo alla pianura

  1. Apprezzo i libri che trattano di periodi storici bui e difficili. Questo è sicuramente un modo diverso e insolito per parlare della schiavitù. Me lo segno

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