Romanzi

L’eterno marito

L’eterno marito di Fëdor Dostoevskij.

Tra le strade di San Pietroburgo Vel’caninov si sente pedinato e per una volta la sua ipocondria è motivata: una conoscenza di vecchia data lo segue per qualche tempo e infine gli fa visita a casa sua. Pavlovic è il marito della ormai defunta amante di Vel’caninov e ha portato con sé in città anche la figlia, è mosso dal desiderio di trovare una sistemazione alla ragazzina e una nuova moglie per sé, ma prova anche una malcelata pulsione di vendetta verso Vel’caninov.

Non è un libro semplice da leggere. La scrittura di Dostoevskij ha bisogno di un’adeguata dose di concentrazione e i sentimenti dei due personaggi principali a volte risultano ambigui e poco chiari, specialmente quelli di Pavlovic, rendendo alcune scene inaspettate e quasi surreali per la storia raccontata. Dopo la prima impressione di un romanzo un po’ caotico, approfondendo gli atteggiamenti e le scelte dei personaggi si possono ottenere delle riflessioni interessanti.

Pavlovic rappresenta la figura dell’eterno marito, è un uomo che vive in funzione dell’esser sposato, felicemente succube nel suo matrimonio. Appena la moglie muore, lui si sente perso, diventa aggressivo e quasi impazzisce. Nel tentativo disperato di tornare al ruolo che si è cucito addosso, cerca subito un’altra moglie.

Vel’čaninov era convinto dell’esistenza d’un simile tipo di donne; ma era altresì convinto che esistesse anche un tipo di marito corrispondente a queste donne, la cui unica missione consisteva soltanto nell’essere, diciamo così, “eterni mariti”, o, per meglio dire, nell’essere nella vita soltanto mariti e nient’altro. “Un individuo simile nasce e si sviluppa unicamente per ammogliarsi e, una volta ammogliato, per trasformarsi in un’appendice della moglie, anche quando egli abbia una personalità sua, ben determinata. La proprietà essenziale di un simile marito è quel certo ornamento.

La dinamica dell’annullarsi per l’altro è presente anche ai giorni nostri. Si diventa un’appendice, un ornamento di un’altra persona, che sia un partner o un amico. Come il nostro Pavlovic, la propria personalità viene risucchiata da un carattere più imponente a cui si sceglie di legarsi, ci si accomoda nel ruolo di “eterno marito” e ci si annulla completamente. Tuttavia, quando il rapporto viene meno, ci si sente spaesati, privati di una parte di sé stessi e la propria tranquillità viene scossa. Per questo Pavlovic sembra irriconoscibile, da personaggio insulso agli occhi di Velcaninov diventa un aggressore, un cattivo. La quiete si ristabilizza solo quando il personaggio torna nel suo ruolo, con una compagna caratterialmente simile a quella precedente.

Quella dell’eterno marito è una posizione comoda, permette di mettersi in disparte e lasciare le redini della propria vita a qualcun altro, al prezzo di sacrificare sé stessi e le proprie passioni o inflessioni per una vita più tranquilla e meno rischiosa. La propria quotidianità viene privata della fatica (o del privilegio) di mettersi in gioco, si vive trascinati da qualcun altro più esuberante e deciso, che però spesso non ricambia l’affetto in ugual misura.

L’autore termina il romanzo in modo umoristico, mostrando Pavlovic di nuovo nel suo ruolo. Eppure, nella nostra realtà io darei una speranza a questi “eterni mariti” (o eterne mogli). Credo che non sia difficile trovarsi incastrati in dinamiche relazionali simili, ma penso anche che ci si possa redimere. In seguito a una presa di coscienza personale o, come capita nel libro, per una svolta forzata della vita del personaggio, penso che si possa ripartire, iniziare una crescita personale per sfuggire alla posizione caratteriale e abitudinaria dell’eterno marito.

Anche Vel’caninov non è un personaggio semplice. Vive i suoi quarant’anni in piena crisi, carico di dubbi e paure spesso irrazionali, vive un’esistenza che negli ultimi tempi è carica di inquietudine. A differenza di Pavlovic, lui rappresenta l’estremo opposto: è la figura dell’eterno amante, incapace di legarsi a qualcuno in modo stabile e definitivo, vive le relazioni interpersonali in modo frivolo e mondano.

In conclusione, la storia non è facile da seguire, ma la trama non è neanche particolarmente intricata. Ciò che rende interessante questo libro è l’analisi dei due personaggi principali, opposti e complementari, che raffigurano due modelli di vita e di indole che anche nella nostra realtà possiamo trovare. Sono stata contenta di questa lettura, ma riconosco che non è immediata.

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