Fantasy

Daevabad

La trilogia Daevabad di S. A. Chakraborty.

La città di ottone

Al Cairo, 1700. Una ragazza orfana lavora a stretto contatto con la magia, ingannando e truffando i suoi clienti. Nahri ha davvero delle capacità fuori dal comune, riesce a percepire lo stato di salute o di malattia delle persone. Durante una delle sue esibizioni, facendosi trasportare dalla musica, inizia a cantare nella sua lingua nativa e accidentalmente evoca degli esseri millenari e magici. Alcuni di questi vogliono sbarazzarsi di lei, altri cercano di aiutarla. Un antico jinn guerriero di nome Dara le offre il suo aiuto e decide di accompagnarla a Daevabad, la città di ottone, un luogo dove Nahri potrà trovare protezione.

La trama è avvincente e il libro è scritto molto bene, i primi capitoli con il punto di vista di Ali non mi hanno coinvolto tanto quanto quelli di Nahri, però proseguendo con la storia il punto di vista del principe ha conquistato il mio interesse. Ammetto che ho fatto molta confusione con i nomi delle specie magiche e delle loro categorie, inizialmente perché nei primi capitoli del libro non erano ancora state affrontate approfonditamente, poi perché non riuscivo a ricordarmi la spiegazione.

Nahri è un bel personaggio, ma quello che mi ha più incuriosito è Dara. Ex-schiavo e guerriero sanguinolento, più di una volta vengono alla luce le sue più grandi debolezze e i suoi pregi. Mi è dispiaciuto che verso la fine peggiori gradualmente, assumendo delle caratteristiche negative che non mi aspettavo. Comunque, siccome è il mio preferito, gli auguro un buon finale.

È il primo volume di una trilogia e posso dire che è partita molto bene, leggerò sicuramente il secondo.

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Il regno di rame

Nahri abita a Daevabad, perennemente controllata e scortata, intrappolata in un matrimonio politico. Ali vive in un piccolo villaggio e durante il suo esilio scopre nuovi dettagli sulla sua famiglia e sulle sue grandi potenzialità. Dara, invece, è pronto a riunire un nuovo esercito per riprendersi la sua città, sempre su ordine di qualcun altro.

Anche il secondo volume non mi ha deluso. La trama rimane avvincente, ricca di intrighi politici, i personaggi ben studiati nel carattere e nelle loro reazioni. Ciò che in questo volume viene approfondito sono le divergenze culturali all’interno del regno, che dividono profondamente la città e causano grandi malumori fino a rischiare una guerra.

Riprendere la storia cinque anni dopo gli eventi del libro è stato scioccante, soprattutto per scoprire che effettivamente Nahri si è sposata. Speravo in più interazioni tra lei e Dara, ma sono stata accontentata poco e solo verso la fine. Invece, Ali è un personaggio che sta catturando sempre di più la mia attenzione e simpatia.

Sono stata soddisfatta di questa lettura e aspetto l’uscita dell’ultimo volume.

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L’impero di oro

La città d’ottone è in mano a Banu Manizheh, Dara rimane al suo servizio e cerca di mantenere saldo il precario equilibrio del regno. Nahri e Ali inizialmente si rifugiano nel mondo degli umani, poi entrambi decidono di tornare a Daevabad e combattere per la loro gente, con lo scopo di liberarla dalla guerra e dal tiranno capo dei daeva, ma anche di portare la pace tra i popoli.

Il terzo libro è ben pensato, ricco di avvenimenti, perciò molto coinvolgente e all’altezza degli altri due. C’era da aspettarsi che la protagonista, insieme ad Ali, tornasse a cercare di salvare Daevabad. Ormai è innegabile, la storia d’amore tra Nahri e Dara non esiste e l’autrice ha lasciato spazio a un altro personaggio, più adatto alla donna che Nahri è diventata. In questo volume ho apprezzato anche il ruolo di Munthadir, fratello di Ali, a cui prima non avevo mai dato particolare importanza. Il finale è molto bello e ben costruito, ma non posso negare il mio rammarico per il destino di uno dei personaggi.

Concludo dicendo che la lettura di tutti e tre i libri è stata decisamente piacevole e stimolante, non leggo spesso libri fantasy ambientati in mondi e culture orientali, perciò è stato interessante anche da questo punto di vista. Costruita e scritta davvero molto bene, la considero una delle poche trilogie che gli amanti dei fantasy non possono perdersi.

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