La strada

La strada di Cormac McCarthy.

In un’ambientazione post-apocalittica, dove non c’è più traccia di tecnologia e i pochi esseri umani ancora vivi fanno di tutto pur di sopravvivere, un padre e un figlio sono in viaggio per salvarsi dal freddo e dalla fame.

Lo stile è deciso e poco prolisso, la trama non segue una precisa evoluzione ma consiste nel ripetersi di determinati eventi che garantiscono la sopravvivenza dei due protagonisti, intervallati da qualche incontro occasionale. L’ambientazione è cruda e ostile, regna un’atmosfera surreale: camminare lungo la strada è rimasto l’unico modo per sopravvivere e sembra che non ci sia un vero punto di arrivo.
Il padre e il bambino non hanno un nome, possono essere un qualunque genitore e un bambino qualsiasi che cercano di salvarsi. Il padre continua a vivere solo per il figlio e in molti passaggi si nota come il padre si appigli al suo bambino, quando non ha più forza o speranza per andare avanti.
Il figlio è anche la figura che viene colpita maggiormente dal male che vede infliggere. Infatti, ritiene che al mondo ci siano buoni e cattivi e lui vuole far parte dei buoni. L’innocenza e la bontà del bambino impediscono al padre di commettere azioni al di là del suo limite etico, per questo il piccolo simboleggia la compassione, la possibilità di amare gli altri e di rimanere umani anche in condizioni estreme. Penso che il bambino sia un personaggio molto positivo e commovente, ma mi ritrovo di più nel personaggio del padre. Il genitore è stato il primo a insegnargli a comportarsi umanamente in un mondo che ispira solo malvagità e terrore. Capisco pienamente le azioni che compie e che più sconvolgono il bambino, perché il padre deve proteggerlo e non può permettersi di essere sempre compassionevole. Tuttavia, anche le peggiori azioni compiute dal padre non arrivano mai ai livelli peggiori, crudi e terribili dei “cattivi”.

Quindi, è una lettura che sono felice di aver intrapreso e soprattutto di aver terminato: non è stato affatto facile leggerlo perché la trama non è molto avvincente. Però, lo ritengo un libro pieno di significato e che ha molto da trasmettere.

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