📖 Sinossi
È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
📝 Recensione
Amerigo ha sette anni quando sale sul treno. Sua madre ha compiuto la difficile decisione di lasciarlo andare. Non è mai stata una persona affettuosa o di molte parole, ha sempre espresso l’amore per il figlio tramite qualche raro piccolo gesto, fino all’atto d’amore più grande e coraggioso: affidare il suo bambino nelle mani di qualcun altro, lontano e misterioso, che gli avrebbe garantito una vita migliore per almeno qualche mese.
Nel pieno della povertà dell’Italia del Sud durante il dopoguerra, madri e padri rimangono alla stazione, guardando i propri figli partire con il treno verso il Nord. I bambini tremano di paura perché stanno andando incontro all’ignoto, neanche i genitori hanno saputo rispondere alle loro domande. Amerigo li ascolta dare sfogo alle fantasie più macrabe, basate su storpiature delle dicerie che hanno sentito tra gli adulti.
Quando scende dal treno, Amerigo capisce presto che nessuno ha intenzione di mangiarli, piuttosto la sua prima impressione è che i bambini vengano esposti per venire scelti dalle famiglie, e l’unico senza nessuno rimane lui. In realtà, tutti sono già assegnati e finalmente una donna lo viene a prendere: è un po’ rude e non sembra molto pratica con i bambini. Però, è colei che da quel momento in poi gli offrirà sostegno, gli farà incontrare nuovi amici e gli permetterà di scoprire e iniziare a cimentarsi con una nuova passione.
Arriva il giorno in cui deve tornare nella sua città, a Napoli. Amerigo deve lasciarsi alle spalle quacuno che lo ha accolto e la passione che desidera coltivare. Il ritorno è scottante perché sua madre, le persone e i vicoli della sua terra natia non lo rispecchiano più. Ha vissuto di meglio, ha visto il futuro che potrebbe avere. Amerigo è un bambino spaccato, che ha saggiato una vita nuova e non riesce più ad adattarsi a ciò che prima per lui era normalità.
L’ambientazione viene ritratta con estremo realismo, la scrittura immersiva esprime al meglio il punto di vista stupito del bambino, ignaro di molte cose. Il lettore vive l’esperienza del viaggio con lui, scopre tramite il suo modo di pensare, a volte ingenuo e altre volte scaltro, cosa gli sta succedendo. Nota le paure e le incertezze, ma anche le nuove possibilità che gli si aprono davanti agli occhi.
Il realismo della scrittura conquista anche il finale: Amerigo è diventato ormai adulto e non rispecchia affatto la figura di un lieto fine con i fiocchi. Al suo posto, viene ritratta una persona che porta i segni del suo passato, dello spacco che lo divide dalle sue origini e del cambio di rotta.
Un libro emozionante, che consiglio di leggere a tutti.
Disponibile su Amazon: Il treno dei bambini
