📖 Sinossi
Elsie Hannaway è una fisica teorica con una doppia vita: di giorno è una professoressa a contratto che insegna termodinamica nella speranza di ottenere un posto di ruolo, mentre nel tempo libero, dismessi i panni della studiosa, arrotonda il suo misero stipendio lavorando come fidanzata a noleggio e fingendo – meravigliosamente bene – di essere la ragazza perfetta da presentare in famiglia. Tutto procede alla grande, finché all’improvviso i due universi collidono: Elsie, infatti, incontra il fratello maggiore del suo cliente preferito, un certo Jack Smith, tanto attraente quanto arrogante, che – guarda caso – è un fisico sperimentale dal cuore di ghiaccio che ha rovinato la carriera del suo mentore, minando la reputazione di tutti i teorici del mondo. E che, come se non bastasse, è a capo del dipartimento di fisica del MIT, dove Elsie sogna di lavorare da tutta la vita. Il rischio di sabotare per sempre la sua carriera accademica è quindi dietro l’angolo… Ma se finire nell’orbita di un fisico sperimentale la spingesse a mettere in pratica le sue teorie sull’amore?
📝 Recensione
Dopo il successo di The love hyphotesis e Love on the brain, la Hazelwood torna di nuovo con un libro ambientato nel mondo STEM, ma questa volta nell’ambito della fisica.
Love, theoretically offre un’ambientazione più accademica, la trama è avvincente e verte attorno alle politiche del mondo universitario, descrivendo le lotte per ottenere posti di valore, che siano pagati decentemente. La scrittura rimane scorrevole e ironica, tipica dell’autrice.
La protagonista è Elsie, una fisica teorica che per guadagnare qualcosa in più si fa pagare per fingersi la fidanzata perfetta: una delle sue migliori qualità è la capacità di adattare la sua personalità per piacere agli altri, tuttavia nel romanzo diventa la sua caratteristica principale. A tratti sembrerebbe l’unica cosa che la caratterizza, viene ripetuta così tante volte da suonare un po’ ridondante. Quindi, inizialmente appare un personaggio complicato, ma nella sua caratterizzazione qualcosa non funziona e il ripetere il fatto che continua a scegliersi personalità diverse, a una certa stufa.
Jack, d’altro canto, risulta la persona perfetta per lei: è un fisico sperimentale, interessato alle contraddizioni di chi mente, perciò è estremamente attirato da Elsie. Grazie a lui la protagonista inizia un percorso di trasformazione, ma nulla di nuovo nel mondo romance. Ovviamente, Jack incarna lo stereotipo dell’uomo serio e misterioso che aiuta la giovane scienziata a scoprire sé stessa.
In conclusione, Love, theoretically mi è piaciuto, specialmente per aver letto di un’altra sfaccettatura diversa dell’ambientazione STEM. Il primo dell’autrice rimane il mio preferito, infatti ho apprezzato molto che i protagonisti di questo romanzo si siano incontrati con Adam e Olive di The love hyphotesis e che per poco ci abbiano aggiornato sulle loro vicende. Perciò, è un libro che consiglio a chi si è appassionato degli altri due: un terzo è sempre piacevole da leggere.
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