Recensione Love on the brain di Ali Hazelwood.
Bee ha due passioni: oltre a essere una brillante neuroscienziata, gestisce una pagina Twitter in anonimo, in cui veste i panni di Marie Curie e si chiede cosa farebbe in determinate situazioni la più famosa scienziata della storia. Appena le viene proposto il lavoro dei suoi sogni presso la Nasa, Bee sa che Marie Curie non avrebbe esitato e accetta immediatamente. Però, scopre di dover collaborare con il suo nemico dai tempi del dottorato, Levi.
Il primo libro dell’autrice, The love hyphotesis, mi era piaciuto molto specialmente perché la storia era ambientata nel mondo STEM. Anche questo secondo libro autoconclusivo non mi è dispiaciuto, questa volta non si tratta di un laboratorio di biologia ma di un laboratorio di ingegneria e neuroscienze, che mi ha interessato ugualmente. La classica dinamica dei due arcinemici che si trovano a collaborare è ben conosciuta, ma Bee e Levi hanno suscitato la mia simpatia fin da subito. Nella storia viene affrontata di nuovo la tematica delle difficoltà che hanno le donne nel farsi strada nel mondo STEM e mi ha fatto piacere leggerla, tuttavia altri elementi mi sono suonati ripetitivi rispetto al primo libro, per esempio qualche caratteristica dei protagonisti o qualche dinamica nel loro rapporto.
In conclusione, ho letto questo libro volentieri, è una lettura fresca adatta a un passatempo piacevole. Tuttavia, non ha suscitato in me l’entusiasmo del primo libro.
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