Recensione della dilogia Il re delle cicatrici di Leigh Bardugo.
Il re delle cicatrici
Nikolai si trova a fronteggiare una realtà che pochi potrebbero sostenere: mentre deve organizzare il suo regno e proteggerlo da una minaccia oscura che incombe sulla popolazione, deve anche badare a una creatura mostruosa che vive dentro di lui e che potrebbe prendere il sopravvento in ogni momento. Non sarebbe in grado di governare senza l’aiuto di Zoya, che è stata nominata capo dell’esercito Grisha e sta sviluppando poteri sempre più forti.
Non mi sarei mai immaginata che questo libro riscuotesse così tanto successo nella mia mente. Invece, penso sia il libro più bello dell’intero Grishaverse, per ora. Dichiaro di aver divorato questa lettura, la trama è molto avvincente e i personaggi sono coinvolgenti, ben costruiti, specialmente Nikolai e Zoya. L’ambientazione e i personaggi richiamano molto le altre due serie del Grishaverse, perciò si entra in un mondo già conosciuto al lettore.
Fin da subito i due personaggi principali si sono rivelati i miei preferiti. Zoya è una donna forte e dal tono pungente, sta sviluppando i suoi poteri in modo più omogeneo rispetto al percorso di Alina nei libri precedenti. Nikolai non è esattamente come me lo aspettavo: pensavo a un personaggio più ironico, considerando che negli altri libri aveva sempre la battuta facile. Tuttavia, questo volume parla di lui, dei suoi drammi e anche delle sue difficoltà: credo che sia stato coerente indagare il personaggio al di là dell’aspetto più comico del suo modo di fare. Tra Nikolai e Zoya c’è un bel rapporto, nulla di ancora pienamente sviluppato. Altri personaggi hanno conquistato la mia simpatia, tra cui Isaak e Hanne, che penso sarà un buon personaggio. Ho apprezzato anche il pov di Nina.
Nella trama, il fatto che l’oscuro sia tornato mi fa temere che nel libro successivo la storia sia un po’ ripetitiva, ma staremo a vedere. Stranamente non ho qualcosa di seriamente negativo da dire, so solo che leggerò subito il sequel.
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La legge dei lupi
L’oscurità che minaccia Ravka non si è fermata: il sovrano Nikolai, il capo dell’esercito Zoya, la spia in campo nemico Nina e gli altri Grisha dovranno trovare il modo per salvare il regno.
Ancora più bello del libro precedente, quasi mi dispiace averlo letto così velocemente. La trama è ugualmente avvincente, in più è impreziosita dall’intervento attivo di personaggi dell’altra dilogia Grishaverse.
Zoya ha compiuto la crescita che ha iniziato nel libro prima ed è il prototipo dei miei personaggi preferiti. Ha acquisito controllo sui nuovi poteri e ha accettato e condiviso la sua sofferenza con chi le è vicino. Il suo finale non me l’aspettavo, molto bello. Anche Nikolai cresce molto in questo volume, diventa più padrone di sé stesso e accetta il suo mostro in tutti i sensi. Riguardo agli altri personaggi, mi è piaciuto come il gruppo di Grisha e Nikolai abbiano lavorato in sinergia per salvare il regno, il rapporto tra di loro viene costruito con il tempo, come quello tra Zoya e Nikolai. Nina mi piace molto come personaggio e anche Hanne non è male, ma il finale tra loro due mi è parso un po’ tirato. Invece, sull’Oscuro ci sono tante cose che mi hanno lasciato perplessa, specialmente ciò che si scopre alla fine riguardo le motivazioni che lo muovono.
In ogni caso, posso concludere dicendo che è stata la migliore dilogia scritta dall’autrice e in assoluto la mia preferita del Grishaverse. Immagino che la storia dei protagonisti continui e non vedo l’ora di leggere i prossimi libri.
SPOILER
Mi è sembrato che Nikolai abbia rinunciato troppo facilmente al trono ma, d’altra parte, è uno spirito avventuriero e ha sempre agito per il bene di Ravka più che per un desiderio di potere. Tuttavia, sono convinta che il ruolo di re gli calzasse a pennello. Riguardo a Nina e Hanne, penso sia bello voler inserire nella storia un altro tema molto attuale, ma calzare i panni del nemico non credo sia un ottimo modo per sviluppare la propria identità. Però magari è l’inizio di un percorso.
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