Romanzi

La giornata d’uno scrutatore

Recensione La giornata d’uno scrutatore di Italo Calvino.

Elezioni del 1953. Amerigo copre il ruolo di scrutatore presso un istituto di ricovero per malati, il Cottolengo. Il suo compito è permettere ai malati di votare, senza che siano influenzati dall’ordine religioso che gestisce l’istituto. Le elezioni fanno da cornice a un livello più profondo di riflessione. Amerigo viene colpito dai malati che vanno a votare e inizia a porsi domande sul dolore e sulla vita. Alla fine della giornata si sente una persona diversa.

Un episodio che Calvino ha vissuto sulla sua pelle, si potrebbe definire autobiografico. Sebbene sia un libro breve, a scriverlo e pubblicarlo ci ha messo dieci anni, è il primo libro dopo la sua crisi da scrittore. C’è una spiegazione dietro a qualsiasi dettaglio, a partire dal nome del protagonista. Amerigo rimanda al famoso esploratore Amerigo Vespucci, mentre il cognome Ormea è l’anagramma di amore. Fin da subito, il Cottolengo è visto da Amerigo come un luogo di sofferenza che ospita gli alienati dalla società. Mentre le ore trascorrono, si interroga su come il suo lavoro, la politica e i suoi ideali possano cambiare le loro sorti. Ragiona su cosa può definire l’umano dal mostro, perché le gravi deformità e il ritardo intellettivo dei ricoverati gli ricordano entità mostruose, perciò si chiede quale possa essere questo confine. La risposta finale è piuttosto distante dal personaggio razionale e forse un po’ egoista che Amerigo era all’inizio. L’amore che spinge il padre di un ragazzo malato ad abbandonare tutto e portargli la merenda una volta a settimana, questo soddisfa il suo interrogativo finale.

Tornando a una dimensione poco analitica e più emotiva, bisogna dire che questo libro è ostico da leggere. Non tanto per la mancanza di eventi in sé, ma per le frequenti riflessioni a catena che caratterizzano l’intero romanzo. Lasciando da parte la critica letteraria, che sicuramente è necessario leggere per capire meglio il libro, rimane solo la voce di una che i libri li legge per piacere: questo romanzo mi ha annoiato e appesantito. Sebbene questo autore mi piaccia molto, non è un libro che consiglierei.

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