Romanzi

Tutto chiede salvezza

Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli.

Daniele viene ricoverato nel reparto di psichiatria in seguito a un irruento episodio di rabbia. Nella camera dove è confinato per una settimana conosce cinque malati mentali e con loro condivide ansie e paure, specialmente per il futuro e per l’incapacità di dare un nome alla propria condizione.

Il libro è un racconto autobiografico e mostra la realtà dei malati mentali negli anni 90′. Durante la lettura, le condizioni in cui vivono i pazienti e il modo in cui vengono trattati spiazzano il lettore. Al giorno d’oggi, la concezione di malato mentale è migliorata e sta ancora cambiando, però permane ancora la difficoltà nel diagnosticare malattie o nel trovare il farmaco che funzioni per un determinato paziente. Per questo, si condivide facilmente l’amarezza di Daniele nel vedere che nessun medico capisce cosa provoca il malessere in lui e come può essere risolto.

Siccome la narrazione è in prima persona, il lettore è pienamente consapevole di ciò che Daniele prova. La sua sofferenza e il forte desiderio di stare meglio sono emozioni che suscitano molta empatia, perciò è frustrante leggere ogni volta che il protagonista viene trattato male, specialmente dai dottori.

Provo a intercettare il suo sguardo, ma lui non ne ha per nessuno, sprigiona risentimento, se non disprezzo. Il suo volto mi resta negli occhi: come si fa a detestare così apertamente una persona che si dovrebbe curare?

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza

Daniele sente di poter dare fiducia solo a un camice bianco, una figura autorevole che sembra ascoltarlo e dare peso alle sue parole. Però accade che il dottore lo scambia per un altro paziente e la stima che Daniele nutre per lui crolla, eliminando così l’unico punto di riferimento valido nella realtà ospedaliera. Quindi, anche se il percorso di Daniele è solo all’inizio, fin da subito viene immerso in un mondo che non lo aiuta.

In questo scorcio nella sua vita, Daniele parla anche della sua malattia e di come viveva prima di venire ricoverato. Solo lui o forse pochi altri possono dire di aver provato il suo dolore, ma non è difficile comprenderlo per chi non si lascia intimorire dal peso che provoca.

Mi piacerebbe dire a mia madre ciò che mi serve veramente, sempre la stessa cosa, da quando ho urlato il primo vagito al mondo. […] Una parola per dire quello che voglio veramente, questa cosa che mi porto dalla nascita, che mi segue come un’ombra, stesa sempre al mio fianco. Salvezza.

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza

Il rapporto con i suoi compagni di stanza si rafforza di giorno in giorno, perché sebbene affrontino problemi diversi, la situazione che vivono li accomuna. Invece, il rapporto con la sua famiglia non è come mi aspettavo, mi ha dato la sensazione che non gli stessero accanto come avrebbero dovuto. Ovviamente, questo piccolo pezzo nella loro vita rappresenta davvero poco del rapporto familiare, oltre al fatto che è raccontato in maniera soggettiva.

Non è stato facile leggerlo per me, ma è una lettura che consiglio.

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11 pensieri riguardo “Tutto chiede salvezza

  1. L’ho letto e mi ha dato un pugno allo stomaco. Un libro potente che grida al mondo l’importanza di prestare attenzione alla salute mentale

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  2. Ho letto anche io questo romanzo perché incuriosita dall’aspetto della malattia mentale. Mi ha portato a piangere diverse volte per quanta emozione esprime. Si diventa parte del gruppo, un altro paziente in camera con loro.

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    1. Sicuramente un libro che parla di una tematica poco affrontata e molto personale. L’uso della prima persona è alquanto azzeccato in questo contesto. Non lo conoscevo quindi grazie di averne parlato.

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