La serie GrishaVerse di Leigh Bardugo.
Sei di corvi
Inej fa parte della banda degli Scarti, viene chiamata “lo Spettro” perché si muove silenziosamente e lavora per Kaz, il ragazzo più pericoloso e scaltro della città, che un giorno le propone una missione impossibile: penetrare nella Corte di Ghiaccio e recuperare uno scienziato tenuto in ostaggio. L’uomo che devono salvare è l’unico in grado di realizzare una droga che aumenta le abilità soprannaturali e rende imbattibili chi possiede poteri magici, cioè i Grisha. Perciò tutti i potenti dei vari regni vogliono sfruttarla per i propri fini e assicurarsi che lo scienziato lavori solo per la loro corte. I due ragazzi reclutano una banda formata da altre quattro persone: Matthias è un ex-guerriero che abitava nella Corte di Ghiaccio, Nina è una Grisha che appartiene agli Scarti insieme a Jesper, mentre Wylan è il figlio del mercante che li paga per questa missione. Il racconto prosegue con l’alternarsi dei punti di vista e a tratti presenta dei flashback, che spiegano la storia di ognuno.
Ho adorato questo libro dalle prime pagine fino alla fine per la trama molto avvincente e lo stile altrettanto scorrevole, ma soprattutto per la perfetta caratterizzazione dei vari personaggi. Per esempio Kaz che appare così imprevedibile, freddo e calcolatore, in realtà nasconde dentro di sé una grande debolezza e sete di vendetta legata inesorabilmente al suo passato: mi è piaciuto come, dopo essersi aperto con Inej, il suo atteggiamento nei confronti della ragazza sia iniziato a cambiare. Allo stesso modo, anche Matthias subisce una trasformazione di ideali e sentimenti: inizialmente odia i Grisha e pensa che siano esseri contro natura tanto da volerli sterminare tutti, poi deve ricredersi. Un libro davvero bello, ma ho trovato comunque un dettaglio negativo: prima di entrare negli Scarti, Inej era stata venduta giovanissima a una casa di piacere della città. Il trauma subito ritorna molto spesso nei suoi pensieri, perciò a volte ho trovato i suoi capitoli pesanti da leggere: alcuni argomenti come la violenza di genere o gli abusi su minori non sono da inserire con leggerezza in un racconto e potevano certamente essere risparmiati.
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Il regno corrotto
La banda formata dai sei ragazzi non riceve il compenso spettato per il prelevamento del prezioso ostaggio dalla Corte di ghiaccio, anzi il mercante che ha richiesto il colpo rapisce Inej per ricattarli. Allora, Kaz e gli altri attuano un piano per liberarla e ottenere i loro soldi, nutrendo un grande desiderio di vendetta. Però le vicende si complicano: il nemico inizia a collaborare con una banda rivale e la città pullula di ambasciatori di altre nazioni che farebbero di tutto per conquistarsi il loro ostaggio, perciò solo un piano perfetto potrà salvare tutti loro dalla forca.
Ho divorato questo libro perché è molto avvincente, lo stile è curato e mi sono piaciuti specialmente i dialoghi perché sono spesso carichi di ironia. L’alternanza dei punti di vista, tutti diversamente dettagliati, permette di capire ogni volta passo per passo il piano originario pensato da Kaz. Ogni capitolo è studiato nei minimi particolari e raramente sono riuscita a prevedere i molteplici colpi di scena. Tuttavia, sembra che l’autrice abbia avuto un po’ troppa fretta verso la fine, oppure che si sia concentrata solo su alcuni elementi della storia, trascurandone altri. Specialmente, gli aspetti che secondo me non vengono spiegati bene sono il nuovo potere di Nina e la comparsa della mercenaria scatenata contro Inej: in una trama così attenta ai dettagli risaltano le cose lasciate al caso. Ma ciò di cui non sono davvero convinta è il finale, innanzitutto non condivido affatto il destino che la scrittrice ha riservato per Matthias e Nina, poi il rapporto tra Kaz e Inej si fa confuso: durante la storia raggiunge un grande sviluppo, perché lentamente Inej prova ad aiutare Kaz a superare il dolore del passato, ma alla fine sembra che gettino la spugna. Infatti, il futuro che si immagina la ragazza è avventuroso e coerente con il suo personaggio, ma purtroppo pare davvero poco legato a quello di Kaz. In conclusione, ho amato molto questa dilogia escluse le ultime venti pagine e la consiglio assolutamente perché è unica nel suo genere, ma ritengo giusto affermare che il finale è quasi da buttare.
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