Qualcosa inventeremo di Simone Rocchi, in collaborazione con Edizioni Effetto.
Una mattina Jack trova un cartoncino beige appoggiato sul tavolo, dove c’è scritto un luogo e un’ora con una grafia femminile, ma non ricorda né di aver visto il biglietto la sera prima né di aver preso un appuntamento simile. Con molti dubbi e soprattutto una grande curiosità il protagonista si reca nel posto indicato, un aeroporto: non trova qualcuno che possa dargli spiegazioni sul cartoncino, però dalla vicenda trae qualcosa di utile perché con un breve scambio di parole riesce a convincere un ragazzo esitante a partire per l’Erasmus. Episodi simili si ripetono, lui arriva all’appuntamento e incontra qualcuno che ha bisogno del suo aiuto. Più tardi scopre che chi si introduce in casa sua e lascia i bigliettini beige è una ragazza di nome Emma, dipendente di una società misteriosa che si occupa di migliorare la vita altrui in veloci attimi e con un tempismo perfetto. La ragazza lo coinvolge nella sua attività e questo provoca un’interruzione della routine monotona e sciatta del protagonista, rendendo più interessante e vivace la sua vita, ma Jack teme di lasciare ciò che era prima e non è certo di poter lavorare per un’organizzazione ignota.
Ho adorato questo libro dalla prima pagina fino all’ultima. La personalità di Jack mi ha colpito, perché è un soggetto a cui piace raccontare storie, creativo e fantasioso, ma è senza progetti per il suo futuro e non ha ambizioni. Tuttavia, la sua evoluzione necessitava solo di una spinta per iniziare: la misteriosa società che aiuta le persone ha visto in lui qualcuno disponibile a mettersi in gioco non per sé stesso ma per gli altri, una persona che con l’occasione giusta si butta a capofitto nel trovare una soluzione per i problemi delle persone che ha intorno. Anche se in un momento del libro ha avuto un tentennamento, il suo amico Rob lo ha spinto ad agire. Alla fine non ha mai scoperto più di tanto su Emma o sui suoi superiori, ma ha avuto il coraggio di cambiare radicalmente la sua vita.
“Non sei mai stato obbligato ad andare in quei posti, né a raccontare quelle cose. E dopo la prima sera in Piazza Dante avevi già capito tutto, ammettilo. Lo sai qual è il punto? E’ che ci vogliono le palle anche per sapersi tenere le cose belle che ci piovono addosso, ci vuole coraggio a sentirsi fortunati e tu quel coraggio lì non ce l’hai. perché fai di tutto per non essere felice?”
Simone Rocchi, Qualcosa inventeremo
Alla conclusione del libro l’autore lascia ancora un’aura di mistero attorno alla società per cui ha lavorato Jack e non permette né al protagonista né al lettore di capire cosa davvero ci sia dietro a questa particolare realtà. Perciò ammetto che avrei preferito sapere di più sulla strana organizzazione che aiuta le persone, sono una lettrice molto curiosa e verso la fine volevo capire meglio chi fosse Emma e per chi lavorasse. Comunque il libro è scritto bene ed è molto scorrevole, una lettura piacevole che consiglio a tutti.
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