Le sfide di Apollo di Rick Riordan.
L’oracolo nascosto
Zeus scaglia Apollo sulla terra perché lo accusa di aver causato tutti i danni della saga precedente: oltre a essere trasformato in un ragazzo mortale e senza poteri, deve ubbidire a una piccola e stravagante semidea di nome Meg. Insieme si dirigono verso il Campo Mezzosangue e scoprono che un gruppo di tre imperatori romani cerca di conquistare il mondo. Il loro primo scopo è interrompere qualsiasi rapporto tra gli dei e i loro figli, perciò uno dei tre ha intenzione di bruciare il bosco di Dodona: salvare l’oracolo più antico della storia è una delle innumerevoli prove che Apollo deve affrontare per riconquistare la fiducia degli dei.
Mi aspettavo di più da un libro scritto da Riordan. Non l’ho trovato molto avvincente e non sono riuscita ad affezionarmi ai personaggi, infatti speravo in più visite dei vecchi protagonisti e in più mi è stato difficile sopportare gli atteggiamenti di Meg. Comunque ritengo questa lettura facile e poco impegnativa, adatta a tutte le età.
La profezia oscura
Meg è fuggita per tornare dal suo padrino, uno degli imperatori, perciò Apollo inizia ad affrontare la prova successiva senza di lei. Insieme a Leo e Calipso raggiunge la città dove si trova il nuovo oracolo minacciato dal secondo imperatore, la grotta di Trofonio. I tre ragazzi vengono ospitati da due ex cacciatrici di Artemide nella Waystation, un edificio sempre in cambiamento che il secondo imperatore vuole attaccare. Con l’aiuto dei brevi ricordi del suo passato e dei suoi amici, Apollo prova a salvare sia la Waystation sia la grotta di Trofonio.
Ammetto che questo secondo volume mi è piaciuto di più del primo, sia per la presenza di Leo e Calipso sia per il passato di Apollo che viene narrato e intrecciato alla storia. Tuttavia non è stato abbastanza, infatti non è riuscito a coinvolgermi del tutto e mi ci è voluto davvero molto tempo per finirlo. Perciò, ho deciso di non continuare la serie.
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